Il fenomeno delle formiche zombie è dovuto a un fungo il Cordyceps che è ben conosciuto dalla comunità scientifica che lo studia ormai da molti anni e prima ancora dai cinesi, che da centinaia di anni lo usano nella loro medicina tradizionale per curare anche gravi patologie.
Ma sono le quattro nuove specie scoperte da David Hughes in sud America all'inizio del 2006 quelle che a noi interessano e che sono le responsabili della trasformazione delle formiche ed altri insetti in specie di Zombie. Il fungo infatti, raggiunta la propria vittima, la attacca con degli agenti chimici non ancora identificati, quindi ne altera il comportamento portandola ad allontanarsi dal proprio gruppo. In questa fase l'insetto assume la denominazione di Zombie per il controllo totale che il fungo ha su di lui.
Isolatosi, l'insetto cerca come se fosse comandato, un punto ottimale a cui ancorarsi saldamente quindi muore in poco tempo. La scelta di questo punto è strategicamente funzionale perché dopo che il fungo si è sviluppato può finalmente liberare le proprie spore e diffondersi contagiando altri insetti.
Il video mostra chiaramente come diverse formiche "contagiate" dal fungo inizino a comportarti in modo convulso e a tratti auto-lesionistico, quasi tentassero di mangiarsi l'addome. In un momento successivo si arrampicano su un arbusto, in una posizione rialzata, momento nel quale si evince l'innaturale goffaggine con cui si muovono. Morto l'insetto inizia a germogliare il fungo che in questo caso raggiunge sorprendentemente un'altezza quasi doppia rispetto alla lunghezza dell'insetto.
Le immagini che seguono mostrano differenti insetti in cui il fungo ha germogliato in modi diversi. In alcuni si intravede come il fungo esca dall'interno dell'ospite come se ne avesse sfondato il corpo, in altri si sviluppa ricoprendolo di piccole setole o di piccole appendici.
Inutile dire quanto questa scoperta sia inquietante per noi appassionati di Zombie perché richiama in modo concreto un sistema di contagio, controllo, decesso e ancora contagio, a noi completamente nuovo e esce dagli schemi a cui ci hanno abituati i film e i libri. La domanda che quindi ci poniamo è: quanto tempo bisognerà attendere prima che il Cordyceps muti ulteriormente adattandosi all'organismo dell'uomo?
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