lunedì 1 giugno 2015

Aurore polari su Marte, anche in assenza di campo magnetico


Marte non dispone di un campo magnetico globale ma ha campi magnetici locali, concentrati soprattutto nell'emisfero sud, resti di quel campo magnetico scomparso che un tempo avvolgeva il pianeta. Per cui, le tempeste magnetiche che lo investono possono trasformarsi in aurore solo in corrispondenza di questi "ombrelli" magnetici. Nel 2005, diverse osservazioni dello strumento di imaging SPICAM a bordo della sonda dell'ESA Mars Express, confermate quest'anno dalla missione MAVEN della NASA, avevano fatto ipotizzare che le aurore marziane, tipicamente nell'ultravioletto (anche perché nessuna delle missioni esistenti ha spettrometri nell'intervallo del visibile per l'osservazione dell'atmosfera N.d.R.), avessero una loro controparte nel visibile. Ora, è arrivata un'ulteriore conferma: modelli matematici ed esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che le aurore su Marte, se sufficientemente intense, potrebbero essere viste ad occhio nudo. Sarebbero variopinte proprio come sul nostro pianeta dove i colori vanno dal verde al rosso, per l'eccitazione dell'ossigeno atomico, ma predominante sarebbe il blu che, generato sulla Terra dall'eccitazione di azoto molecolare ionizzato, su Marte avrebbe forti emissioni a 412 nm e 434 nm, prodotte dall'impatto di elettroni sull'anidride carbonica. Il risultato è stato ottenuto grazie ad un simulatore chiamato Planeterella, un evoluzione della cosiddetta "terrella" (piccola terra), utilizzata per la prima volta all'inizio del novecento dallo scienziato norvegese Kristian Olav Birkeland per dimostrare i meccanismi delle aurore. Di Planeterella ne esistono 17 in tutto il mondo. Lo strumento usa un campo magnetico, particelle cariche ed una sfera. Per questo studio, il gas atmosferico terrestre è stato sostituito con CO2, principale componente dell'atmosfera di Marte. Chissà quali astronauti potranno osservare e documentare per primi l'aurora marziana: se, infatti, la NASA ha in programma di sbarcare sulla superfice del Pianeta Rosso nel 2030, altre iniziative sono in gran fermento e potrebbero raggiungere per prime l'obiettivo . FONTE:aliveuniverse