giovedì 24 febbraio 2011

LE ALGHE E I FUNGHI

LE ALGHE E I FUNGHI
Queste due divisioni vanno trattate  separatamente, differendo i funghi non solo dalle alghe ma anche da tutte le altre piante. E' soltanto per tradizione che i Funghi sono inclusi tra le piante, in quanto potrebbero costituire un regno a sé della natura. Le Alghe sono autotrofe, acquatiche, (ambienti umidi), hanno clorofilla e pigmenti associati, e sono nella biosfera i più importanti produttori di sostanza organica. Abbiamo forme unicellulari semplici, coloniali, pluricellulari filamentose, a nastro, laminari, o a corpo simile a piante superiori, piccole e gigantesche (Macrocystis 60 metri). nelle Alghe non si differenziano veri tessuti, in alcune alghe c'è simulazione di foglie, fusto e radici. I vari gruppi di alghe si distinguono per le caratteristiche biochimiche (clorofilla e pigmenti associati) oltre che per i caratteri morfologici. La riproduzione avviene per: a) moltiplicazione vegetativa, per frammentazione del tallo o divisione cellulare che porta a un nuovo organismo; b) via asessuata per spore, cellule aploidi che formano il gametofito; c) via sessuata  per fusione di gameti, formazione di zigote diploide. Le Alghe unicellulari costituiscono il fitoplancton, altre Alghe sono molto sviluppate e formano praterie. La distribuzione delle alghe è  in rapporto  col tipo di radiazione luminosa. Le Alghe verdi (Clorofite) assorbono radiazioni rosse, le meno penetranti, vivono in zone superficiali; le Alghe brune (Feofite) assorbono radiazioni giallo-arancio, e vivono a maggiori profondità; le Alghe rosse (Rodofite) assorbono radiazioni verdi azzurre e vivono a profondità maggiori; sotto i 250 metri non vive nessun Alga. Le alghe si trovano anche sui muri umidi e nelle acque stagnanti.
Le Alghe eucariote si raggruppano in : Euglenofite (unicellulari), Clorofite, Crisofite(unicellulari), Pirrofite (unicellulari), Feofite, Rodofite. Tutte le Alghe hanno la clorofilla a (già presente nelle Cianofite). Nelle Euglenofite e Clorofite abbiamo clorofilla a e b ; nelle Crisofite, Pirrofite e Feofite, le clorofille a e c; nelle Rodofite si pensa che sia presente una clorofilla d associata a una a. Nelle alghe eucariote la clorofilla è contenuta nei cloroplasti, tranne che per le Cianofite dove la clorofilla è raccolta in lamine alla periferia cellulare, perciò si pensa che i cloroplasti siano derivati da procarioti diventati simbionti di primitive cellule eucariote. Le clorofille a e b oltre che nelle Clorofite e Euglenofite sono presenti anche nelle piante terrestri, si pensa dunque che le piante terrestri siano derivate da alghe verdi. Le Euglenofite (Euglena) sono unicellulari flagellate, si riproducono per divisione cellulari longitudinali. Hanno clorofilla a e b e carotenoidi. sono autotrofe e sintetizzano il paramilon, polisaccaride di riserva  equivalente all'amido. Possono anche essere eterotrofe, e perciò hanno affinità con i protozoi, tanto che si pensa che le Euglenofite siano protozoi che hanno acquisito cloroplasti. Le Clorofite sono (uni-biflagellate coloniali) e pluricellulari (filamentose, laminari, compatte). Apparato clorofilliano simile alle piante, producono amido, si riproducono sia agamicamente che per sessualità. Presenti in luoghi umidi, simbionti in protozoi e in cellule di Cnidari (Zooclorelle). I Fitomonadini (Chlamydomonas e Volvox) sono fitoflagellati importanti perchè si pensa che da forme primordiali dl loro tipo siano derivate le alghe verdi (e da queste le piante terrestri verdi) una parte di protozoi e probabilmente i Metazoi. Le Clorofite pluricellulari sono le Ulvacee (lattuga di mare) le Sifonali (Caulerpa prolifera), in cui il corpo vegetativo è una sola enorme cellula polinucleata che simula foglie e radici di una pianta superiore. Le Coniugate (Spirogira) che presentano il fenomeno della coniugazione, per cui due filamenti di Spirogira si  affiancano e i protoplasmi di due cellule contigue si fondono realizzando una sorta di fecondazione. Nelle Clorofite si ha alternanza di generazione  asessuata con una sessuata. La generazione agamica (asessuale) è rappresentata dallo sporofito che produce zoospore (spore mobili con flagello) aploidi, le zoospore germinano e producono il gametofito, che è un corpo vegetativo aploide che produce i gameti che fondendosi a due a due formano uno zigote che germinando origina lo sporofito diploide. Le Crisofite sono alghe unicellulari libere o coloniali. Oltre alle clorofille hanno pigmenti gialli e orati, costituisco il fitoplancton. Le più note sono le Diatomee rivestite di una membrana silicea che forma un guscio (frustolo) bivalve. La supericie del frustolo è  decorata finemente da incisioni e disegni geometrici. Hanno forma ellittica, sferoidale, navicolare, cilindrica e a fuso. I gusci vuoti accumulati sui fondi marini e dei laghi formano una farina fossile usata per la fabbricazione della dinamite, filtri d'acqua e pulitura di metalli. Le Feofite hanno clorofilla a e c e pigmenti bruni. vivono sui litorali rocciosi, o galleggiano in grande masse in mare aperto, come i sargassi, che formano praterie galleggianti tra le Canarie e la penisola della Florida. I Fuchi hanno vescichette piene d'aria (come i Sargassi) che le permettono di mantenersi in piedi. Le Laminarie con tallo molto differenziato che simula radici, fusto e foglie, sono state osservate cellule allungate che simulano fasci conduttori. La riproduzione è asessuale (zoospore ciliate) e sessuale (isogamia e anisogamia) con spermi e uova che originano alternanza di generazione, lo sporofito grande e il gametofito piccolo. Le Rodofite hanno il colore rosso grazie alla ficoeritrina che maschera le clorofille, possono arrivare ai 200 metri di profondità. Le Coralline hanno aspetto di coralli con pareti impregnato di carbonato di calcio. Dal Gelidium si estrae una sostanza mucillaginosa, l'agar-agar. Si riproducono sessualmente e asessualmente. I FUNGHI sono organismi eterotrofi che si discostano da alghe e piante terrestri. Non hanno clorofilla e vivono da parassiti (malattie di animali e vegetali dette micosi), da saprofiti o da simbionti nei Licheni. Le pareti cellulari sono rivestite di micosina, un polisaccaride simile alla chitina degli artropodi. Si pensa che i Funghi si siano originati come una linea evolutiva a sè da primordiali procarioti eterotrofi. Sono unicellulari o pluricellulari, i pluricellulari sono costituiti da un intreccio di sottili filamenti detti ife. Il corpo vegetativo (anche il cappello) è costituito da un intreccio di ife detto micelio. Le ife possono essere costituite da un'unica lunghissima cellula tubolare con molte centinaia di nuclei, oppure risultano da una successione di cellule uni- binucleate, separate da setti trasversali (ife septate). I Funghi esercitano un'azione di decomposizione sulle sostanze di cui si nutrono (residui vegetali), con i loro enzimi digeriscono le sostanze organiche con cui sono a contatto e che poi assorbono come alimento. L'azione di decomposizione restituiscono all'ambiente sostanze minerali azotate, anidride carbonica, che ritornano in ciclo utilizzate da organismi produttori; contribuiscono a formare l'humus. Si riproducono per frammentazione, per gemmazione, per spore e per sessualità.  I Funghi si dividono in:  Mixomiceti (mucillaginosi) e Eumiceti (Ficomiceti, Ascomiceti, Basidiomiceti). I Mixomiceti sono organismi intermedi tra le Amebe e i funghi, il loro corpo è un plasmodio, cioè una massa protoplasmatica polinucleata con movimenti ameboidi, e se le condizioni ambientali lo permettono producono spore che a volte si comportano come gameti. I Ficomiceti (significa Funghi-Alghe) il tallo è tubuloso, multinucleato, la riproduzione è asessuata e sessuata, sono parassiti e saprofiti. La Peronospora  è un esempio di forma parassita. Comune è la Muffa bianca, che si forma sul pane e sulla frutta. Gli Ascomiceti sono funghi veri con ife septate. Formano spore aploidi nell'asco, all'estremo di speciali ife ascogene. Si può avere anche una riproduzione agamica per spore dette conidi. Tra le specie più note abbiamo la Segale cornuta, la Spugnola, L'Oidio della vite, i Tartufi (bianchi e neri), I Penicilli (penicillina), gli Aspergilli e i Lieviti (Saccharomyces; fermentazione alcolica.). I Basidiomiceti formano spore nel basidio, che è equivalente all'asco, solo che le spore sporgono all'esterno del basidio, mentre sono interne all'asco. Gli Imenomiceti sono i funghi col cappello, alcuni commestibili e velenosi. La specie Amanita ha forme commestibili (caesarea) e forme velenose (phalloides), il Porcino (Polyporus edulis, Boletus). I Licheni sono un'associazione simbiotica fra un fungo (Ascomicete) e un'alga (Cianofita o Clorofita); il fungo prevale sull'alga che è tutta circondata e avviluppata dalle ife, come fosse "prigioniera" del fungo. Vivono in ambienti in cui un fungo e un'alga da soli non potrebbero vivere. I Licheni crescono sul suolo nudo, rocce, tronchi, e nelle regioni artiche. La simbiosi è di tipo mutualistico, in quanto il fungo fornisce l'acqua e i sali minerali che ricava dal substrato all'alga, e il fungo trae dall'alga sostanze organiche che quest'ultima sintetizza. I Licheni possono vivere in condizioni ambientali avverse, sia per le basse temperature (Tundra siberiana, Alaska, Canada) che per assenza d'acqua. Si propagano per frammentazione del tallo, i soredi. I Licheni possono essere crostosi (la manna), cespugliosi (Licheni delle renne). Le BRIOFITE presentano i primi adattamenti alla vita terrestre, anche se non sono completamente svincolate dall'acqua come le Felci.. Crescono in luoghi umidi e caldi, alcune specie sono acquatiche e solo certi Muschi riescono a vivere in luoghi aridi. Si pensa che sia le Briofite che le piante vascolari abbiano avuto come progenitore un'alga verde pluricellulare. le Briofite differiscono dalle Tracheofite non solo per la struttura del corpo vegetativo (a metà fra un tallo e un cormo), ma anche per il ciclo vitale nel quale il gametofito prevale sullo sporofito, mentre nelle piante vascolari prevale lo sporofito sul gametofito. Le Briofite si dividono in Epatiche (corpo talliforme) e Muschi (fusto con foglioline). Le Briofite non hanno vere radici, ma strutture filiformi, le rizine, che assorbono acqua e sali. Non presentano tessuti assimilabili alle piante superiori, tranne per alcuni Muschi nel cui fusticino compaiono cellule allungate per la conduzione dell'acqua. Il gametofito è un corpo vegetativo verde che nelle Epatiche ha aspetto talloso, nei Muschi fogliaceo. Il gametofito è formato da cellule aploidi, su di esso si formano organi sessuali, i gametangi: Anteridi (forma di sacchetto ovale) quelli maschili che formano anterozoi o spermatozoi, e gli archegoni (a forma di fiasco), quelli femminili, che producono cellule uovo. Gli anteridi si aprono quando c'è un velo d'acqua, gli anterozoi nuotano fino all'archegonio dove fecondano la cellula uovo, si forma lo zigote diploide che genera un embrione che forma lo sporofito. Quest'ultimo rimane attaccato al gametofito mediante un peduncolo e al suo estremo si forma una capsula dentro la quale si formano le spore che germinando originano il gametofito. Nelle Epatiche i gametofiti derivano direttamente dalle spore, mentre per i Muschi le spore producono dei filamenti intrecciati, il protonema, sul quale compaiono gemme che originano i gametofiti. Le Epatiche vivono in luoghi molto umidi, hanno aspetto foglioso appiattito. Le Epatiche assolvono al compito di contribuire alla formazione del terreno vegetale. Il gametofito prevale sullo sporofito ancor più che per i Muschi. Si riproducono oltre che sessualmente anche per gemme o propaguli verdi posti in concettacoli simili a coppette attaccate al tallo gametofitico. La fegatella è un epatica un tempo usata per curare malattie del fegato, proprio per la sua caratteristica forma. I Muschi sono ubiquitari, assieme ai Licheni si insinuano ovunque, anche in zone aride. La piantina è il gametofito, sul quale ci sono anteridi e archegoni. Lo sporofito è costituito da un filamento che porta all'apice un'urna con coperchio (opercolo) dove sono contenute le spore. Si ricordano i Politrichi, gli  Sfagni che vivono in paludi e contribuiscono alla formazione della torba, un combustile solido a scarse capacità calorifiche. Le prime piante veramente terrestri sono le PTERIDOFITE, provviste di vasi per il trasporto di acqua e dei sali in soluzione. Circa 400 milioni di anni fa vivevano le Psilofite, da queste piante si pensa siano derivate le attuali Pteridofite. Il corpo è ricoperto da una cuticola che serve a ridurre l'evaporazione dell'acqua dalla superficie delle foglie, lo sviluppo delle quali è importante per la fotosintesi. Attraverso gli stomi, aperture nell'epiermide regolate da due cellule di chiusura, si stabiliscono le uniche comunicazioni fra l'esterno e l'interno. Lo sporofito predomina sul gametofito. Le Pteridofite sviluppano, insieme alle Gimnosperme e Angiosperme, un sistema di fasci conduttori abbastanza complessi. I fasci conduttori sono costituiti da due tipi di elementi vasali: a) le tracheidi, destinate al trasporto di acqua e sali (linfa grezza), che formano lo xilema (legno); b) I vasi cribrosi , il floema (libro) che trasporta le sostanze assimilate (linfa elaborata). Le Pteridofite hanno gametangi distinti in anteridi e archegoni, alternanza di generazione col gametofito che vegeta da solo nel terreno e lo sporofito distinto in fusto, foglie e radici. Si dividono in: Licopodine, Equisetine e Filicine. Le Licopodine comprendono i Licopodi e le Selaginelle. I Licopodi vivono in luoghi aridi di montagna, lo sporofito porta all'apice rametti striscianti foglie (sporofilli) dove si formano le spore che germinano il gametofito, sotterraneo. Le spore sono state uste in farmacia come polvere aspersoria e come polvere inerte per pillole. Le Selaginelle sono piante erbacee di luoghi umidi e, fatto interessante, producono due tipi di spore, le microspore e le macrospore. Le prime formano un gametofito maschile dove si formano gli anteridi; le macrospore formano il gametofito femminile dove si formano gli archegoni. Le Equisetine col solo genere Equisetum sono piante che vivono negli acquitrini. Lo sporofito è impregnato di silice e comprende una parte sotterranea (rizoma) perenne e fusti aerei annuali. Le spore hanno gli elateri, sottili appendici che in assenza di acqua si distendono e permettono alla spora di essere trasportata dal vento. Sui gametofiti si formano prima gli archegoni e poi gli anteridi, in certe specie si formano anteridi maschili e femminili. Le Felicine (Felci) è la classe più ricca di specie. Lo sporofito è provvisto di grandi foglie, il fusto è sotterraneo, rizomatoso; gli sporangi, che compaiono in primavera, sono posti sulla faccia inferiore delle foglie, sono di color ruggine e sono detti sori. Le spore germinando generano il protallo, un gametofito a forma di cuore piccolo e verde, con radici, archegoni e anteridi. Gli anterozoidi sono muniti di flagello e muovendosi in un velo d'acqua raggiungono gli archegoni, fecondano la cellula uovo dal quale si forma lo sporofito. Le Felci vivono in zone tropicali, (ma anche in zone aride), possono raggiungere altezze notevoli. Molte felci nostrane sono usate come piante ornamentali. Esistono anche felci acquatiche che vegetano galleggiando nelle paludi e producono microspore e macrospore. Le Azolle, piccole piantine che ospitano un'alga azzurra, l'Anabaena, che utilizzano l'azoto atmosferico. Le Felci comparvero nel Devoniano e si svilupparono nel Carbonifero formando estese foreste.
Le SPERMATOFITE. sono piante vascolari con semi. Nel seme è racchiuso l'embrione che, sviluppandosi, darà lo sporofito, cioè la pianta che siamo abituati a vedere. Il gametofito è molto ridotto e incluso nello sporofito. Già nelle Selaginelle si hanno micro- (origina gametofito maschile) e macrospore (origina gametofito femminile), in tutte le spermatofite si formano il granulo pollinico, corrispondente alla microspora, e il sacco embrionale, corrispondente alla macrospora, che si forma dentro una massa cellulare detta nocella che è prodotta da un tipo speciale di foglia, il macrosporofillo. Nocella e sacco embrionale formano l'ovulo. L'ovulo lo incontriamo per la prima volta con le Spermatofite. Nocella e sacco embrionale, corrisponde alla macrospora, e a sua volta corrisponde al macrosporangio delle Pteridofite eterosporee. I granuli pollinici (le microspore) si formano nei sacchi pollinici (le antere delle Angiosperme) portati dal macrosporofillo. Il seme è il prodotto della maturazione dell'ovulo in cui si è sviluppato l'embrione dopo che è avvenuta la fecondazione. L'embrione è quiescente finché non si vengano a creare condizioni ambientali favorevoli che lo fanno germinare. Le Spermatofite si dividono in due sottodivisioni, le Gimnosperme (gymnòs, nudo) e le Angiosperme (angèion, vaso). Nelle prime gli ovuli sono portati da una foglia ovulifera aperta, e perciò i semi che ne derivano sono "nudi"; nelle Angiosperme gli ovuli sono racchiusi nell'ovario. Le Pteridofite necessitano di un velo d'acqua perché si verifichi la fecondazione, nelle Spermatofite la il granulo pollinico può raggiungere l'ovulo col vento o altri vettori. Le Gimnosperme furono le prime vere piante ad affermarsi negli ambienti terrestri aridi e freddi, si svilupparono nel Carbonifero, assai più tardi verso la fine del Giurasico, per affermarsi nel Cretaceo, comparvero le Angiosperme. Gli organi delle piante superiori (Spermatofite) sono: radici, fusto o caule, e foglie. La radice assolve alla funzione di stabilire contatti col suolo, l'acqua e i sali minerali; al contatto con l'aria, agli scambi gassosi, alla traspirazione, provvedono le foglie; al fusto è deputata la funzione di sostegno, di conduzione di liquidi tra le radici e le foglie. E' necessaria una preliminare distinzione degli elementi conduttori delle piante, i vasi legnosi e quelli cribrosi o librosi. I legnosi trasportano acqua e sali disciolti (linfa grezza), i cribrosi portano sostanze nutritizie (linfa elaborata) dalle foglie a ogni parte della pinta. I vasi legnosi sono costituiti da cellule morte sovrapposte, le trachee e le tracheidi. I vasi cribrosi o librosi si formano per fusioni di cellule non lignificate, fra una cellula e l'altra vi sono numerosi fori. Le placche cribrose in inverno si occludono e si riaprono in primavera. I vasi legnosi e cribrosi formano una rete di tubi dal nome di fasci vascolari, ai quali possono accompagnarsi delle fibre che li rinforzano, ed avremo fasci fibro-vascolari. In ogni fascio abbiamo due zone, una che trasporta linfa grezza che costituiscono il legno o xilema, e una zona che trasporta linfa elaborata, il libro o floema. I fasci si dividono in semplici e composti, a seconda se sono composti da solo vasi legnosi o cribrosi, oppure da entrambi. I vasi composti si distinguono in aperti se tra legno e libro è interposto uno strato di cellule meristematiche, il cambio. Sono vasi chiusi se legno e libro sono a diretto contatto.  Una giovane radice dall'esterno all'interno consta di tre zone: l'epidermide (epiblema), con peli assorbenti, la corteccia o parenchima corticale e il cilindro centrale. Sappiamo che all'apice vegetativo della radice sono i tessuti meristematici primari: i meristemi che differenziandosi organizzano i tessuti adulti, il dermatogeno produce l' epidermide, il periblema produce la corteccia e il pleroma il cilindro centrale, il caliptrogeno ha formato la caliptra. La radice ha una struttura primaria e secondaria, la struttura primaria. Abbiamo già detto da cosa è costituita una radice giovane, la corteccia è formata da tessuti parenchimatici, il cui strato interno (l'endodermide), segna, un limite netto tra la corteccia e il cilindro centrale. Il cilindro centrale fatto di tessuti parenchimatici, è costituito nella sua parte periferica, la zona rizogena, all'interno vi sono fasci legnosi e cribrosi che sono disposti in modo da formare raggi midollari primari, nel centro della radice vi è il midollo che può lignificarsi. La struttura secondaria è determinata dalla comparsa tra libro e legno di un meristema secondario, il cambio. Il cambio dalla primavera in autunno dà all'esterno un anello di libro, all'interno uno di legno. Dal periciclo si origina anche il fellogeno che all'esterno produce sughero e felloderma all'interno. La radice è la parte sotterranea della pianta, la distinguiamo la radice primaria (collegata al fusto col colletto) che cresce sempre più in profondità e radici secondarie che si sviluppano lateralmente. L'acqua e i sali minerali vengono assorbiti dai peli radicali assorbenti. Si distinguono in base all'aspetto radici: a fittone, radice a forma conica in cui la principale prevale sulle secondarie (barbabietola); fascicolata se sono più sviluppate le secondarie (grano); tuberizzata, con ingrossamenti che contengono sostanza di riserva. Esistono anche radici acquatiche, senza peli e non ramificate; le radici aeree delle piante epifite, senza peli, rivestite di involucro spugnoso (velo) condensano e assorbono l'umidità atmosferica; radici avventizie che si sviluppano su altre parti della pianta. Anche nel fusto si distinguono una struttura primaria e una secondaria. La primaria nelle Dicodiledoni e nelle Gimnosperme è costituita dall' epidermide, corteccia e cilindro centrale. L'epidermide è fatta di cellule senza cloroplasti rivestite alla parte esterna da una cuticola, vi sono stomi. La corteccia è costituita da cellule rotonde o poliedriche, con cloroplasti negli strati esterni. Il cilindro centrale scorrono fasci fibro-vascolari orientati in modo da avere il libro all'esterno e legno all'interno. Tra queste due porzioni si trova il cambio detto intrafasciale. tra i fasci fibro-vascolari si interpongono i raggi midollari primari. nel centro del fusto vi è il midollo. La struttura secondaria. Dato che il cambio produce libro all'esterno e legno all'interno, si viene a formare ogni anno uno strato di legno che si appone alla faccia esterna di quello dell'anno precedente e uno strato di libro che si aggiunge sulla faccia interna di quello dell'anno precedente: prenderanno origine così il libro e il legno del primo, del secondo, del terzo anno e così di seguito. Il cambio interfasciale prolunga anche i raggi midollari formando raggi del primo, secondo e terzo anno che va dal libro al legno senza raggiungere il midollo. Nello strato corticale, interviene un meristema secondario, il fellogeno che produce sughero all'esterno e felloderma all'interno, nel sughero invece che gli stomi vi sono le lenticelle. Il fusto si sviluppa verticalmente verso l'alto (epigeo) ma può essere anche sotterraneo (ipogeo), si distingue un fusto principale sul quale si sviluppano i rami (che si originano da gemme laterali), l'apice vegetativo porta una gemma apicale. Dove il fusto si attacca a una foglia è detta nodo, tra due nodi successivi vi è l'internodo. Vi sono varie forme di fusto: l'albero, lo stipite (palma), erbaceo (senza sostanza legnosa), frutice (legnoso sin dalla base), suffrutice (legnoso alla base e erbaceo alla parte superiore). il fusto sotterraneo ha aspetto di: rizoma (allungato orizzontalmente, mughetto), tubero (grosso e corto, patata), bulbo. Il fusto può subire metamorfosi, i clacodi sono rami che si trasformano in foglie capace di fotosintetizzare (Pungitopo, Fico d'India); viticci e spini. Le foglie sono le appendici laterali del fusto e dei rami. Operano l'azione fotosintetica, organicano CO2, acqua e espellono ossigeno fabbricando zuccheri grazie all'intervento dell'energia luminosa. Una foglia è costituita da un' epidermide superiore molto cutinizzata e senza stomi. un' epidermide inferiore, meno cutinizzata e con stomi, un parenchima clorofilliano di due o tre strati di cellule alte, perpendicolari alla superficie e piene di cloroplasti che formano il parenchima a palizzata; verso la faccia inferiore, le cellule, disposte irregolarmente, lasciano posto a lacune in rapporto agli stomi: è il parenchima aerifero, con meno cloroplasti. La nervatura principale è costituita da fasci di vasi fibro-vascolari (prolungamenti di quelli del fusto), lo stesso sono le nervature secondarie. In ciascun fascio il legno e verso l'alto, il libro verso il basso. Per le foglie poste verticalmente il parenchima a palizzata esiste su entrambe le facce, e quello aerifero solo la zona centrale della foglia, gli stomi sono presenti su entrambe le facce. Una foglia tipica è costituita dalla lamina, il picciolo (peduncolo che sorregge la foglia), la guaina (espansione alla base del picciolo La foglia può essere anche sessile, senza picciolo e guaina. La lamina è costituita da un apice, una base e un margina e le due pagine, inferiore e superiore. In base alla forma della lamina abbiamo le foglie: aghiformi, lanceolate (olivo), lineari (frumento), reniformi, cuoriformi, ovate, rotonde. Il margine può essere seghettato, dentato, crenato, lobato. In base all'inserzione le foglie sono: opposte, verticillate, isolate. Rispetto alla durata: caduche, persistenti (più di un anno), sempreverdi. In base alle nervature abbiamo foglie: Uninervie, plurinervie, penninervie, palminervie, parallelinervie, peltinervie.
Le GIMNOSPERME sono piante in cui gli ovuli sono portati da foglie (macrosporofilli) modificate e il seme che ne deriva resta nudo. Queste foglie sono i fiori femminili. I microsporofilli sono i fiori maschili e portano i granuli pollinici. In genere i fiori sono unisessuali e assumono forma di strobili. le gimnosperme sono piante legnose con fusto a ramificazione monopodiale. Le foglie sono aghiformi e la loro apidermide è ricoperta di una spessa cuticola che la rende adatta ai climi secchi. Le Gimnosperme si dividono in: Cicadine, Ginkgoine, Conifere, Gnetinae. Le Cicadine sono le più primitive Gimnosperme di cui la specie più nota è la Cycas revoluta, piante arboree che ricordano le Palme. Sono dioiche, di zone tropicali e subtropicali. dal alcune Cicadine si estrae il sagù di notevole valore alimentare. Le Cicadine si collegano alle primitive Pteridosperme che hanno caratteri intermedi fra le felci e le prime Gimnosperme. Le Ginkgoine rappresentata da una sola specie vivente il Ginkgo Biloba, un albero sacro Giapponese, dioiche, foglie a forma di ventaglio. Le Conifere è la classe con più specie, tra i quali Pini e Abeti. Sono alberi o arbusti, resinose, gli strobili femminili sono conici (pigne), mentre i maschili sono più piccoli e portati dai rami bassi. I granuli pollinici sono prodotti in grande quantità e trasportati dal vento. Abbondanti in zone temperate e fredde dell'emisfero boreale. le famiglie sono: Pinacee, Cupressacee, Taxacee, Taxodiacee. Alle Pinacee appartengono Pini, e Abeti, Larici (a foglie caduche), Cedri. le Cupressacee sono alberi o arbusti che portano i semi nei galbuli che hanno foglie squamiformi. Abbiamo il cipresso, il Ginepro. Alle Taxacee appartiene il Tasso, mentre alle Taxodiacee appartengono le Sequoie alberi millenari di oltre 100 metri di altezza. Alle Gnetine appartengono circa 60 specie, e sono Gimnosperme che preludono alle Angiosperme, in quanto gli ovuli sono ricoperti da un cercine di brattee, una situazione che annuncia l'ovario. Mancano di resina, sono l' Efedra, piante cespugliose che vivono in luoghi aridi e sabbiosi dei litorali mediterranei, si estrae l'efedrina, un vasocostrittore. Nelle ANGIOSPERME compare il fiore, una struttura atta alla riproduzione sessuale costituita da foglie modificate. Gli ovuli sono contenuti in una struttura chiusa detta carpello. Prende così origine l'ovario il caratteristico organo delle Angiosperme. I primi fossili di Angiosperme risalgono al Giurassico, ma è durante il Cretaceo e Cenozoico che hanno il massimo sviluppo. Il fiore è l'apparato riproduttore, sorretto da un peduncolo che si allarga formando il ricettacolo, sul quale si inserisce il calice costituito dai sepali verdi e dalla corolla a sua volta costituita dai petali molto colorati. L'androceo, la parte maschile, è costituita dagli stami, equivalenti ai microsporofilli delle Gimnosperme, il gineceo è la parte femminile ed è costituito da uno o più carpelli che formano il pistillo, costituito in basso dall'ovario, sorretto dallo stilo che porta in alto uno stimma. Calice e corolla formano il perianzio, con i sepali diversi dai petali (fiore eteroclamide); oppure i sepali sono uguali ai petali e il perianzio è detto perigonio (fiore omoclamide) e i petali sono detti tepali. I fiori aclamidi mancano di calice e corolla, riducendosi alla sola parte sessuale. Dialisepalo è il calice con petali liberi, gamosepalo quello coi sepali saldati fra loro. Il calice può essere contenuto nel calicetto costituito da brattee. La corolla è costituita da petali in numero uguale ai sepali dai vivaci colori in cui si distinguono la lamina e una parte ristretta che è l'unghia, come per il calice si distingue la corolla in regolare (fiore attinomorfo), irregolare (fiore zigomorfo), dialipetala, gamopetala. Al fiore si attribuisce funzione vessillare, di attrazione verso gli insetti che penetrano nei fiori per suggerne la secrezione zuccherina di speciali ghiandole operando l'impollinazione. Gli stami comprendono un filamento che porta in alto l'antera divisa in logge che contengono sacche polliniche in cui si forma il polline che si origina per meiosi. Vi sono fiori con un solo stame (monandri), con due stami (poliandri). Gli stami in genere sono liberi, in alcuni fiori sono uniti a gruppo (stami monoadelfi) oppure a due (diadelfi), o più di due (poliadelfi), congiunti per le antere (stami sinanterici). Fiori con un solo carpello è detto monocarpico; con due o più carpelli saldati insieme il fiore è sincarpico. Quando l'ovario è sopra dell'inserzione del calice e della corolla, si ha l'ovario supero (fiore ipogino); se i verticilli del perianzio sono inseriti sopra l'ovario si ha l'ovario infero (fiore epigino); infine abbiamo un ovario seminfero. Nei diagrammi fiorali, che sono proiezioni trasversali l'asse del fiore. sepali e petali sono archi di cerchi, gli stami duplici tondini. Le formule fiorali sono rappresentazioni in cui i fiori vengono rappresentati con simboli convenzionali con un numero che ne indica la quantità.: K per calice, C per corolla, P per perigonio, A per androceo, G per gineceo. Il fiore tipico delle Angiosperme è ermafrodito, ma esistono anche fiori unisessuali o sterili, le unisessuali sono dette monoiche se su una stessa pianta sono presenti i due tipi i fiori,  dioiche se la tessa specie ha piante con soli fiori maschili e soli fiori femminili. Alcune piante portano sia fiori ermafroditi e fiori unisessuali: vengono dette poligame o polioiche. I fiori spesso sono raggruppati in infiorescenze che possono anche apparire come un fiore unico (Composite). Le infiorescenze possono essere  a: grappolo (Glicine), a pannocchia (Avena), a corimbo (Pero), a ombrella (Edera), a spiga (frumento), ad amento (Salice), a spadice, a capolino (Margherita). Il granulo pollinico delle Angiosperme è rivestito da due membrane: l'esina, esterna e cutinizzata con pori germinativi, e l'endina cellulosica. I granuli si originano dalle cellule madri del polline che per meiosi origina 4 cellule aploidi che diventano granuli pollinici. Già nell'antera il granulo di polline divide per mitosi il suo nucleo aploide, per cui fuori dall'antera il granulo ha due nuclei, entrambi aploidi, uno con valore vegetativo, l'altro è il nucleo spermatico. L'ovulo è ovoidale, biancastro, costituito da cellule diploidi, la nocella, racchiusa in due involucri (la primina e la secondina) interrotti da una piccola apertura detta micropilo; una cellula della nocella vicina al micropilo per meiosi origina 4 cellule aploidi, tre degenerano e una sviluppa il sacco embrionale, che è una grossa cellula contenuta nella nocella con nucleo aploide. L'impollinazione  è il trasporto del polline sullo stimma, raramente avviene l'autoimpollinazione (fiori cleistogami, fiori che non si aprono), che generalmente viene impedita o con dicogamia (diversi tempi di maturazione) o eterostilia (diverso sviluppo dello stilo o delle antere). L'impollinazione può essere anemofila, zoofilia, entomofila, idrofila. L'anemofila necessita di grandi quantità di polline, le altre sono più specifiche e spoecializzate. Il granulo di polline germina sullo stimma formando un tubetto pollinico che raggiunge l'ovulo attraverso Lo stilo, i due nuclei scendono nel tubetto, prima il vegetativo e poi il generativo o spermatico. Il nucleo vegetativo degenera, il germinativo si divide in due nuclei aploidi. Frattanto il nucleo del sacco embrionale si divide per mitosi originando 8 nuclei, 4 per polo (corrispondente al gametofito femminile delle Pteridofite); degli otto nuclei sei restano ai poli e due per parte si portano al centro dove si fondono formando un nucleo secondario o nucleo dell'albume. Dei tre nuclei (che corrispondono a cellule) al polo nella zona del micropilo, una è la oosfera o cellula uovo le altre sono le sinergidi; le cellule al polo opposto sono dette antipode. I due nuclei spermatici che penetrano nella nocella fecondano uno la oosfera, formando lo zigote, l'altro al nucleo secondario operando una fecondazione che porta a un nucleo triploide, infatti il nucleo secondario deriva già dalla fusione di due nuclei aploidi. Lo zigote svilupperà l'embrione (lo sporofito) mentre il nucleo triploide formerà l'endosperma che è un tessuto di riserva che nutrirà la giovane piantina. Lo zigote si divide ripetutamente  e forma l'embrione che procede nello sviluppo sino alla formazione degli abbozzi della futura piantina, cioè la radichetta, il fusticino con la gemma terminale e la piumetta, l'ovulo matura, subisce modificazioni delle sue parti e diventa seme. Il tegumento dell'ovulo (primina e secondina) diventa il guscio; quello che resta del tegumento dell'ovulo e dell'endosperma racchiude l'embrione della plantula. Se quest'ultima possiede due foglie ricche di sostanze di riserva avremo le dicotiledoni, altrimenti le monocotiledoni. Quando su uno stimma arrivano più granuli pollinici ciascuno emette un budello che si spinge lungo lo stilo sino a raggiungere l'ovario, gli ovuli (in particolare l'oosfera) vengono fecondati e maturano i semi. Contemporaneamente l'ovario s'ingrossa, e si trasforma in frutto; il frutto è l'ovario accresciuto e modificato dopo la fecondazione dei suoi ovuli che diventano semi. Durante la maturazione del frutto si formano il pericarpo che avvolge e protegge il seme, nel pericarpo distinguiamo uno strato esterno l'epicarpo o buccia uno mediano il mesocarpo e uno strato interno l'endocarpo. Questi strati possono essere fusi e perciò non differenziati. Se il pericarpo è una polpa carnosa, ricca d'acqua, abbiamo i frutti carnosi, se il pericarpo è secco e legnoso abbiamo i frutti secchi. I frutti carnosi sono la bacca (uva, pomodoro, Dattero), l'esperidio (agrumi), il peponide (zucca), drupa (pesca, ciliegia, susina). I frutti secchi deiscenti: baccello (leguminose), siliqua (Crucifere), il follicolo e la capsula (papavero) I frutti secchi indeiscenti: l'achenio (noce, nocciola, castagna, la cariosside (Graminacee). Se altre parti del fiore (il ricettacolo) prendono parte alla formazione del frutto avremo un falso frutto, il pomo (pero e melo) la cui parte carnosa e succulenta deriva oltre che dal ricettacolo anche del talamo enormemente ingrossato che racchiude il vero frutto con pericarpo membranoso, il siconio (fico) formato da numerosi acheni, il sorosio (fragola) simile al siconio. La disseminazione, che consiste di portare a una certa distanza dalla pianta madre i semi, può essere anemocora per mezzo del vento, sono semi leggeri e in numero elevato, speso provviste di strutture atte al volo (paracadute, ali, pappi); esiste anche la disseminazione zoocora (uccelli con le feci) con organi adesivi, uncini; infine la disseminazione idrocora per mezzo dell'acqua; un'inseminazione particolare                              è  l' autodisseminazione caratteristica di quelle piante che hanno frutti bruscamente deiscenti che lanciano a distanza i loro semi (cocomero asinino). La germinazione avviene quando il seme maturo si trova nelle condizioni ideali, l'embrione riprende a svilupparsi utilizzando le riserve nutritive del seme. Le ANGIOSPERME a differenza delle Gimnosperme, hanno veri fiori, con ovuli chiusi nell'ovario, formano un frutto in cui vi sono semi maturi, il gametofito (soprattutto il maschile) molto ridotto, hanno un sistema di vasi conduttori migliore rispetto le Gimnosperme. Le Angiosperme si dividono in due classi, le Dicotiledoni e le Monocotiledoni, le Dicotiledoni sono considerate più primitive delle Monocotiledoni che compaiono nel Cretaceo. Le Dicotiledoni hanno 1) embrione con due foglie embrionali; 2) foglie retinervie; 3) parti fiorali in numero di 5-4 o suoi multipli;  4) corolla distinta dal calice (perianzio); 5) Piante arboree; 6) radici a fittone Le Monocotiledoni hanno 1) embrione con un cotiledone; 2) foglie parallelinervie 3) parti fiorali in numero di 3 o suoi multipli; 4) corolla non distinta dal calice (perigonio); 5) piante erbacee; 6)radice fascicolata. Le Dicotiledoni si classificano in tre sottoclassi Apetale (manca il perianzio sostituito da poche brattee, oppure vi è il perigonio), Dialipetale (calice e corolla sono distinti in petali e sepali liberi), Simpetale (calice e corolla distinti ma i petali e sepali sono saldati). Le Apetale sono state considerate le più primitive, con strutture simili agli strobili delle Gimnosperme, oggi si tende a considerare che le semplificazioni siano di natura secondaria. Alle Dialipetale appartengono molti ordini: Policarpiche, Rosali, Leguminose, Mirtali, Ramnali, Terebintali, Ombelliflore, Readali, Parietali, Guttifere, Colonnifere, Geraniali. Le Policarpiche sono piante con caratteri primitivi: le parti fiorali sono inserite a elica, i carpelli sono numerosi e liberi così il fiore da numerosi frutti. Alle Policarpiche si possono riportare le varie linee evolutive delle Dicotiledoni, numerose sono le famiglie: Magnoliacee (fiore simile allo strobilo), Ranuncolacee (erbacee, pentamere, poliachenio, luoghi umidi), Ninfacee, Lauracee, Nepentacee (catturano insetti per sopperire alla mancanza di azoto). Le Rosali si collega alle policarpiche per i numerosi carpelli separati, fiore pentamero. Le famiglie sono: Rosacee, Crassulaceee, Sassifragacee. Alle Rosacee appartengono le Rose, la Fragola, il Lampone, la Mora, Melo, Pero, pesco, Mandorlo, Susino, Ciliegio. Le Leguminose sono alberi e arbusti, un solo carpello con ovario supero, radici con tubercoli contenenti batteri simbionti che fissano l'azoto elementare. Le famiglie sono: Mimosacee (Acacie), Cesalpinacee (Carrubo, Tamarindo), Papilionacee. Il fiore delle Papilionacee è pentamero, zigomorfo, corolla a forma di farfalla, il petalo superiore (vesillo) ricopre sui lati due petali laterali (ali) tra i quali sono rinchiusi i due inferiori che sono fusi medialmente formando una carena, gli stami sono10. Alle Ramnali appartiene la Vite, il frutto è una bacca. Le Terebintali sono piante legnose ricche di ghiandole secernenti oli, resine e balsami. La famiglia delle Rutacee sono alberi e arbusti, L'Arancio (falso frutto, esperidio), Mandarino, Pompelmo, Cedro, Limone, Bergamotto. Le Ombelliflore sono erbe annue o perenni con infiorescenza ad ombrella, i fiori sono pentameri: Carota, Prezzemolo, Anice, Cicuta, Hedera. Le Readali  con fiori dimeri o tetrameri, le famiglie sono le Papaveracee  e le Crucifere.  Le Parietali con le Cistacee (Cistus), Violacee (Viola), Droseracee (insettivore, Drosera, Dionea). Le Guttifere (Teaceee). Le Colonnifere i filamenti degli stami sono uniti e formano una colonna cava che circonda il pistillo, comprendono le Malvacee (Malva, Cotone) e le Sterculariacee (Cacao, Baobab). Le Geraniali hanno fiori pentameri, Heraniacee e Linacee. Le Simpetale hanno i petali saldati fra loro in modo da formare una coppa, hanno uno o due cicli di stami, gli ordini sono: Rubiali, Ligustrali, Tubiflore, Personate, Cucurbitali, Sinandre. Alle Rubiali appartengono le Rubiacee e le Valerianacee. Le prime sono erbose o legnose, tipica è il Caffè. Alle Ligustrali appartiene la famiglia delle Oleacee con l' Olivo, il Frassino, l'Orniello, Il Lillà, il Gelsomino. Le Tubiflore constano delle Labiate e delle Convolvulacee. Le  Personate sono affini alle tubiflore, il fiore è zigomorfo, si ricordano le Solanacee (Pomodoro, Patata, Peperone, Melanzana, Belladonna, Stramonio, Tabacco) e le Scrofulariacee (Digitale, Veronica, Verbasco, Orobanche, Bocca di leone). Le Sinandre hanno le antere degli stami fuse, e il pistillo che attraversa il tubo che si viene a formare. Oltre alle Campanulacee abbiamo le Composite distinte in Tubiflore (fiori tubulosi) e Liguliflore con fiori ligulati. I fiori sono ermafroditi. Le Apetale  si dividono nei seguenti ordini Fagali, Salicali, Urticali, Juglandali, Tricocche, Centrosperme.  Le Fagali con le famiglie di Fagacee e betulacee, rappresentanti sono le Querce. Alle Urticali appartengono le Urticacee, Moracee, Ulmacee, Cannabinacee. Le Moracee sono legnose, il Fico commestibile deriva solo dalle infiorescenze femminili ad opera di un imenottero che porta il polline dai fiori maschili del fico selvatico. Abbiamo anche il Ficus elastica e il Gelso. La Canapa appartiene alla famiglia delle Cannabinacee. Alle Juglandali appartiene la Noce. Alle Tricocche appartiene l'Euforbie, il Ricino. Alle Centrosperme appartengono le Cariofillacee, le Cactacee. Le Monocotiledoni si suddividono in Liliflore, Scitaminee, Ginandre, Glumiflore, Ciperali, Spadiciflore. Alle Liliflore appartengono il Giglio, il Tulipano, il giacinto, Aglio, Mughetto, Giaggiolo, Zafferano, Gladiolo.  Alle Ginandre appartengono le orchidee, fiori ermafroditi zigomorfi: perigonio a sei pezzi, tre esterni uguali e tre interni; di questi ultimi i due superiori uguali, i alternano ai tre esterni, il terzo costituisce un labello di forma assai varia, con speroni ricchi di nettare prolungati alla base; un unico stame, la cui antera è saldata allo stimma dello stilo e forma una struttura colonnare detta gimnostemio; pistillo monocarpellare con ovario infero. in molte orchideacee le radici stabiliscono rapporti con certi funghi del terreno realizzando una simbiosi mutualistica, il fenomeno è detto micorrizia. Alle Glumiflore appartiene la sola famiglia delle Graminacee, sono piante erbacee, dal fusto cilindrico, il culmo, con foglie alterne; fiori ermafroditi, riuniti in spighette, a loro volta raggruppate in pannocchie; ciascun fiore è avvolto da due brattee verdi dette glumette, ed è inserito all'ascella di una gluma che è la brattea che avvolge la spighetta; tre stami e ovario supero uniloculare; impollinazione anemofila; il frutto è una cariosside. Importante è il genere Triticum (Frumento) ha grande valore alimentare per l'elevato contenuto di amido e glutine. Le Spadiciflore hanno un'infiorescenza a spadice avvolta in una brattea detta spata, comprende le Palme (Palmacee).

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