venerdì 19 giugno 2015

La Russia vuole aprire un’indagine per scoprire che fine hanno fatto i filmati originali degli allunaggi e alcune rocce lunari


La Russia vuole aprire un’indagine per scoprire se gli americani hanno davvero mandato uomini sulla Luna con le missioni Apollo. Vladimir Markin, influente portavoce del Comitato Investigativo del governo russo, ha pubblicato un editoriale sulla Izvestija (tradotto in inglese sul Moscow Times perché non sfuggisse a nessuno), nel quale afferma che un’inchiesta potrebbe «rivelare nuovi retroscena su questi storici viaggi spaziali». Filmati distrutti In particolare, Markin pensa che si potrebbe capire meglio per quale ragione la Nasa abbia distrutto i preziosi filmati originali del primo allunaggio di Neil Armstrong e Buzz Aldrin avvenuto nel luglio del 1969, giustificando la decisione con la necessità di contenere i costi. I russi vorrebbero anche sapere che fine abbiano fatto le pietre lunari portate sulla Terra nel corso di svariate missioni e delle quali non si hanno più notizie. Usando una figura retorica per affermare quello che nega, Markin ha scritto: «Non vogliamo sostenere che gli americani non siano andati sulla Luna e che abbiano semplicemente girato un film sulla missione. Ma tutti questi manufatti scientifici - o forse culturali - fanno parte del patrimonio dell’umanità e la loro scomparsa senza lasciare traccia è una perdita per tutti noi. Un’indagine potrebbe rivelare che cosa è accaduto».
La Nasa aveva ammesso nel 2006 di non essere più in grado di rintracciare gli storici nastri girati nel 1969 durante la missione dell’Apollo 11 e un’inchiesta interna aveva appurato che erano stati cancellati con altre 200 mila registrazioni, per potere riutilizzare le cassette e risparmiare sul budget. È vero che probabilmente anche alla Nasa lavorano dei cretini, ma in tutto il mondo la spiegazione candidamente fornita dal centro di Houston era sembrata incredibile e sconcertante. L’ente spaziale americano si era difeso affermando di avere comunque rielaborato le immagini di emittenti televisive come la Cbs, e di averne ricavato filmati persino più nitidi dell’originale. I russi sospettano forse che l’operazione sia servita a togliere di mezzo registrazioni che avrebbero potuto rivelare particolari imbarazzanti se osservate con le tecnologie disponibili oggi. Le rocce lunari sulle quali Vladimir Markin chiede di fare chiarezza hanno avuto una sorte altrettanto strana. Nel 1973, il presidente Richard Nixon decise di donarne piccoli pezzi chiusi nel plexiglass a decine di Stati nel mondo, ma 180 di questi reperti sono spariti. Alcuni sono stati ritrovati, altri sono risultati essere rocce terrestri, come quella custodita al museo di Amsterdam, cui era stata donata proprio da Armstrong e Aldrin. Già nel 1969 l’allora Unione Sovietica aveva dubitato che la missione sulla Luna si fosse effettivamente svolta, e Mosca aveva sostenuto che gli Stati Uniti non disponevano ancora della tecnologia necessaria a un’impresa così complessa. All’epoca, le insinuazioni dei sovietici erano sembrate solo frutto dell’invidia e di un clima da guerra fredda che si respira nuovamente oggi, dopo le sanzioni seguite alla crisi ucraina. La ragione per la quale i sospetti di Mosca si riaffacciano dopo 46 anni è spiegata dallo stesso Markin alla conclusione del suo intervento, quando afferma che gli Stati Uniti non hanno il diritto di indagare sullo scandalo della Fifa, che sta pesantemente coinvolgendo anche Vladimir Putin e la Russia. Se insistono - è l’implicita minaccia - Mosca potrebbe fare rivelazioni imbarazzanti. La Nasa si è stancata da tempo di rispondere alle fantasiose teorie cospirative sulle missioni Apollo, ma i cospirazionisti da ieri hanno un nuovo alleato. FONTE: lastampa

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